Levrieri Vessillo

Vessillo Levrieri

Nato l’ 01/10/1922 a Poviglio (RE)

Intervista del 10/04/2003, a Parma

TDL n. 179 – durata 9’

Arrestato nel 1944 a Sorbolo [ora Sorbolo Mezzani] (PR),

Incarcerato a Parma

Deportato nel lager di Bolzano

Liberato a Bolzano

Nota sulla trascrizione della testimonianza:

La trascrizione è integrale e fedele all’originale. Gli interventi del compilatore sono segnalati da parentesi quadre. Per espressioni di difficile interpretazione si segnala l’omissione con la dicitura […]. Alcune ripetizioni ed elementi intercalari in parte non sono stati riportati.

Dunque, io mi chiamo Levrieri Vessillo, sono nato a Poviglio di Reggio Emilia l’1/10/’22.

D: Vessillo, quando ti hanno arrestato?

R: Eh… nel ’45… ’44, nel ’44. Però i giorni…. non so il mese.

D: Non te lo ricordi il mese?

R: No. So che sono andato a casa perché è finita la guerra. Nel ’44… eh, ci sono stato un po’, ma non so quanto tempo.

D: Ma ascolta Vessillo, e chi ti ha arrestato?

R: Eh sono venuti i cosi… i fascisti, ma non mi ricordo, sa c’ho la memoria… Sono venuti… saranno stati i fascisti.

D: E dove sono venuti?

R: Eh, abitavo a Sorbolo Levante…

D: E son venuti in casa?

R: Eh, mi hanno suonato, non mi ricordo…stavo… parliamo di tanti anni eh!

D: Ma son venuti in casa a prenderti, ad arrestarti?

R: Eh, non mi ricordo. Non so se mi han suonato o se sono andato giù, ma chi è che lo sa di preciso.

D: Ecco, ma perché ti hanno arrestato?

R: Eh, perché ero partigiano. Allora c’erano dei fascisti. Io come partigiano erano contro… i fascisti contro di me. E allora hanno saputo che ero partigiano, e che ero contro di loro… eh, per questo.

D: Ma tu facevi il partigiano in che zona?

R: Beh, lì a Sorbolo. Io abitavo a Sorbolo Levante, a Sorbolo insomma, in paese.

D: Come azioni partigiane cosa facevi, cosa facevate?

R: Cosa vuole, non potevamo fare… Tra noi ci parlavamo, così, eravamo contro… però sa, noi non pensavamo che mi arrestavano. Si vede che hanno saputo tutte quelle cose lì e…

D: Ma tu lavoravi?

R: Beh, nel ’45 dunque, beh… non mi ricordo se avevo già cominciato a lavorare. Ho fatto dei lavori ma, cosa vuole, sono anni… tanti anni. E poi, la memoria…  ho perso un po’ la memoria eh.

D: Ascolta, dopo che ti hanno arrestato dove ti hanno portato? Nelle carceri?

R: Eh sì eh!

D: Di dove?

R: Dunque, non mi ricordo se è stato a Parma, ma… So che mi hanno arrestato… o Sorbolo, ci sono le carceri a Sorbolo? Non mi ricordo, parliamo di… No, mi hanno portato a Parma, nelle carceri.

D: A San Francesco?

R: Eh, guardi, non posso dire certe cose perché son passati troppi anni.

D: Capito. E dopo San Francesco ti hanno portato al campo di concentramento?

R: Eh sì.

D: Dove?

R: A Bolzano.

D: A Bolzano. Eh ma con cosa t’hanno portato su?

R: E chi è che lo sa. Eh, sarò venuto col pullmino o con qualcosa.  

D: Ma eri da solo o c’erano altre persone con te?

R: Ma non mi ricordo.

D: Non ti ricordi…

R: Eh, ma guardi, son passati troppi anni. E poi l’età, ho tanti anni, e poi c’ho… ho un po’ la memoria un po’… che mi è andata un po’.

D: Però del campo di Bolzano ti ricordi qualcosa?

R: Cosa vuole, andavamo là, ci facevano lavorare di qua, ci facevano fare dei lavoretti, quando avevano bisogno di fare qualcosa ci facevano lavorare.

D: Ma dentro nel campo o fuori?

R: Beh dove c’era da andare, dipende.

D: Ecco, ma lì cosa avevi su, i tuoi vestiti o ti hanno dato una tuta?

R: Beh, non mi ricordo, su. Io ero vestito però non so se mi hanno fatto cambiare. È inutile, guardi, sono passati troppi anni eh. 1944, adesso siamo nel 2003…  

D: Eh ma vedi che ti ricordi allora…

R: Cosa?

D: Che quando ti hanno portato su al campo era… il ’44 o il ’45?

R: Beh, sarà stata lì verso il ’44, la fine del ’44, pressappoco. Non mi ricordo. 

D: Ascolta, ti ricordi se avevi un numero su al campo di Bolzano?
R: Ah no. Ma senz’altro ce l’avevo, non mi ricordo ma senz’altro avevamo i numeri.

D: Avevi il numero?

R: Ma senz’altro. No, ho detto che son passati troppi anni, quelle cose lì non le posso ricordare. Adesso, delle volte, mi scappa la memoria adesso di certe cose, sa, allora… però sto abbastanza bene, insomma.

D: Ecco ma ti ricordi che lì al campo lavoravi?

R: Eh sì lavoravo, di qua di là, andavamo di qua di là, dove c’era bisogno di andare.

D: E c’era da mangiare?

R: Beh, mangiare, insomma, si mangiava. Adesso, cosa vuole.

D: Ma vi picchiavano anche?

R: Beh, insomma, picchiare no. Qualcuno… se uno faceva delle cose sbagliate sì, però insomma… Dovevamo stare attenti eh, di non andare, di non fare dei lavori che non andavano bene eh.

D: E tu sei rimasto lì fino a quando lì, a Bolzano?

R: Eh… fine del ’44… alla fine, pressappoco, perché finita la guerra sono venuto a casa, dunque.

D: Nel ’45.

R: Eh son venuto a casa nel ’45. È finita la guerra, e allora ci hanno mandato a casa.

D: Vi hanno liberati.

R: Ci hanno liberati.

D: Ascolta, qui di Parma e provincia eri solamente te o c’erano altri…?

R: Quello lì non lo posso dire, non mi ricordo. Eravamo qualcuno là, ci conoscevamo così…  ci siam conosciuti là, pressappoco. Dei miei amici non ce ne avevo insomma… della gente che conoscevo. Cosa vuole, sono tutte cose di troppo tempo fa eh.  

D: È passato troppo tempo.

R: Eh mi dispiace, è che non posso rispondere a certe domande perché è inutile, troppi anni.

D: Ascolta, ti ricordi quando sei tornato a casa, se sei tornato a casa in treno, in pullman?

R: No, non mi ricordo. Sarò venuto a casa con un pullmino, senz’altro.

D: E il nome della brigata partigiana dove operava a Sorbolo?

R: La Brigata Garibaldi. La Garibaldi.

D: E lì eravate in tanti, che vi trovavate?

R: Sì, giravamo, insomma, un po’.

D: Ma ragazzi giovani però.

R: Eh, pressappoco la mia età, pressappoco eh.