Tatuaggio

E’ una delle pratiche cui venivano sottoposti i deportati al momento del loro ingresso nei Lager nazisti. Nel complesso concentrazionario di Auschwitz il numero di matricola attribuito a ciascun deportato veniva non solo cucito sulla zebrata assieme al triangolo ma anche tatuato sull’avambraccio sinistro.

Vedi anche Immatricolazione

Teatro Romano, Verona

Uno dei numerosi luoghi di carcerazione e frequentemente di interrogatori e tortura, utilizzati dai nazifascisti dei quali non si dispone attualmente di una esauriente documentazione.

Terezin, Ghetto

Ubicato in territorio oggi della Repubblica Ceca. Molti deportati fra i quali numerosi bambini ed adolescenti, vennero trasferiti nel complesso concentrazionario di Auschwitz per essere eliminati.

Piazza dell’appello

Spazio all’interno dei Lager dove più volte al giorno e con ogni condizione atmosferica i deportati venivano sottoposti alla procedura della conta numerica. In alcuni Lager era anche il luogo in cui venivano eseguite punizioni e condanne a morte cui dovevano assistere tutti i deportati.

Prendere il caffè

Gergo in uso tra i deportati che indicava il trasporto dalle cucine alle baracche di grossi recipienti contenenti una bevanda calda color caffè.

Partigiano

Uomo o donna che combatté contro la dominazione nazifascista, sia in azioni dirette cioè a mano armata, sia in azioni non dirette cioè provvedendo ai collegamenti ed agli approvvigionamenti fra le formazioni.

Vedi anche Resistenza

Quarantena

Periodo variabile di giorni durante il quale i deportati appena arrivati nel Lager erano rinchiusi in apposite baracche isolate dal resto del Lager.

Rasatura

E’ una delle pratiche cui venivano sottoposti i deportati (uomini e donne) al momento del loro ingresso nei Lager nazisti. Agli uomini, soprattutto italiani e russi, veniva effettuata periodicamente la rasatura a zero della striscia centrale dei capelli che, dalla fronte alla nuca, quale ulteriore segno di disprezzo.

Rastrellamento

Operazione militare di accerchiamento effettuata in città e in montagna allo scopo di arrestare i combattenti nelle fila delle organizzazioni partigiane. In molte di queste azioni, condotte da forze armate nazifasciste, non solo venivano arrestate persone che non facevano parte del movimento partigiano ma venivano anche perpetrate azioni a danno della popolazione civile inerme (saccheggi, incendi, ecc.).