Triangolo

Contrassegno di stoffa attribuito a ciascun deportato insieme con il numero al momento dell’immatricolazione. Il colore del triangolo individuava la categoria alla quale l’amministrazione del Lager ascriveva ciascun deportato: triangolo rosso per i politici, triangolo giallo per gli ebrei, triangolo verde per i criminali comuni, triangolo nero per gli asociali, triangolo rosa per gli omosessuali, triangolo viola per i Testimoni di Geova. All’interno del triangolo rosso era stampata la sigla della nazionalità del deportato. Triangolo e numero erano cuciti sulla zebrata di ciascun deportato.

Ufficio Polizia Investigativa – UPI

Tali uffici provinciali vennero istituiti dal 1926 presso le singole Prefetture ed erano alle dipendenze del Ministero degli Interni. Costituivano uno strumento di informazione e repressione controllato dal regime fascista.

Vedi anche Fascismo

Ventunesimo, La Spezia

Uno dei numerosi luoghi di carcerazione e frequentemente di interrogatori e tortura, utilizzati dai nazifascisti dei quali non si dispone attualmente di una esauriente documentazione.

Villa Andreini, La Spezia

Uno dei numerosi luoghi di carcerazione e frequentemente di interrogatori e tortura, utilizzati dai nazifascisti dei quali non si dispone attualmente di una esauriente documentazione.

Villa Bellosguardo, Trieste

Una delle numerosi Ville Tristi. Luogo di interrogatori e tortura, utilizzati dai nazifascisti dei quali non si dispone attualmente di una esauriente documentazione.

Via Spalato, Udine

Era il carcere giudiziario della città di Udine. Qui vennero rinchiusi uomini e donne arrestati per motivi razziali e per attività resistenziale, anche sulla base di semplici sospetti e delazioni, molti dei quali poi vennero deportati nei Lager d’oltralpe.

Vestizione

E’ una delle pratiche cui venivano sottoposti i deportati al momento del loro ingresso nei Lager nazisti. Consisteva nell’attribuzione casuale di vestiti ai deportati: zebrata, zoccoli, berretto o vestiti laceri.

Waschraum

Lavatoio. Locale attrezzato con file di rubinetti dove i deportati si recavano per lavarsi il viso. Frequentemente in questo locale venivano provvisoriamente ammassati i cadaveri dei deportati.

Zebrata

Abito a righe grigio-azzurre in tessuto autarchico vestito dai deportati. Consisteva di casacca e pantaloni per gli uomini e di un ampio camicione per le donne.